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SAN GIOVANNI EVANGELISTA

IX - X SECOLO

La chiesa di San Giovanni Evangelista, situata in Piazza San Giovanni,
è una delle chiese più antiche di Priverno; edificata nello stesso periodo della chiesa di San Benedetto, risalente al IX-X sec. Dopo l’incendio del 1159, che distrusse gran parte del paese, venne ricostruita con elementi ogivali tra il XII-XIII sec. La parte architettonica detiene tre navate composte da archi volutamente disuguali di stile romanico e gotico, tale da manifestare i due momenti della costruzione della chiesa e un bel gioco di forme fra loro alternative, con una copertura a tetto a capriate. Nella parte esterna è affiancata da un robusto campanile e l’entrata è preceduta da un piccolo portico. Al suo interno vi sono poi numerosi affreschi che ricoprono quasi completamente le pareti della chiesa, documenti attendibili attestano che tali rappresentazioni siano state rinvenute grazie all’intervento di restauro commissionato da Don Stanislao Leo nel 1906. Più tardi, nel 1979,  la Sovrintendenza eseguì un nuovo restauro (più accurato) che portò alla fortunata scoperta di affreschi interessanti, come la “Madonna col Bambino e Santo Vescovo”, forse dovuta a Benozzo Gozzoli. Nella piccola piazza antistante la Chiesa si trova la cosiddetta Crocetta, piccola stele formata -si presume- con i resti del pulpito che si trovava all'interno della Chiesa.

SCHEDE RESTAURI
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STORIE DI SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA

Anonimo locale, XIV secolo

La vita di Santa Caterina d’Alessandria ha ispirato molte opere pittoriche e scultoree. A Priverno esistono diverse testimonianze della sua devozione, ma il “ciclo di S.Caterina” senza dubbio  ne è la migliore espressione. La serie di affreschi si estende in una fascia orizzontale, posta sulla sommità della parete e interrotta da una finestra su cui compare uno stemma con due leoni rampanti rivolti verso gigli gialli su fondo azzurro. Il ciclo si articola nel seguente modo: la narrazione comincia sulla porzione di muro tangente alla controfacciata con la scena raffigurante il “Martirio dei filosofi” la cui ubicazione avrebbe dovuto trovarsi dopo la “Disputa dei filosofi”. Tali filosofi, chiamati dall’imperatore  Massenzio per confutare la dottrina di Caterina, furono inaspettatamente convertiti alla sua fede e per questo fatti bruciare vivi nella pubblica piazza. Nella prima scena i filosofi, rei di essersi convertiti al cristianesimo, vengono condannati dall’imperatore Massenzio al supplizio del fuoco, costretti entro una gabbia dalla quale fuoriescono violente fiamme alimentate dagli aguzzini. Le loro anime vengono accolte da due angeli che accorrono in volo. In alto, una fascia di archetti pensili chiude la decorazione.  A partire dalla seconda scena, nella parte superiore, una cornice decorata con motivi geometrici rossi e di forma romboidale, collega tutti i riquadri. La scena più aulica è forse quella della Disputa della santa con l’imperatore, raffigurato sulla sinistra, seduto su un trono mentre con lo scettro indica la santa. Il suppedaneo del podio è decorato con raffigurazioni di draghi sputa-fuoco. Sulla fronte del gradino si legge distintamente CAESAR, mentre la parola precedente risulta ormai quasi illeggibile (si riconoscono forse le lettere SXRTI) [10]. L’elegante silhouette della santa occupa il centro della scena, sulla destra un gruppo di soldati ascoltano la conversazione, uno di essi regge un grande scudo decorato con leoni rampanti. Come nella prima scena, anche qui ricorre in alto un elegante fregio di archetti pensili, questa volta dai profili trilobi e a sesto acuto. Nell’ultima scena, parzialmente mutila, il soldato sta rinfoderando la spada, il martirio si è appena consumato ed il corpo della santa giace riverso sul suolo, con i polsi legati dietro la schiena. In secondo piano un angelo deposita la salma della santa, avvolta in un telo rosso, nel sarcofago costruito per lei sul monte Sinai.

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STORIE DI SAN NICOLA

Collaboratore del Maestro di Santa Caterina, XIV - XV secolo

ll ciclo è costituito da tre scene che seguono nello spazio, lungo la porzione ricurva della parete della navata sinistra, i dipinti con le storie di santa Caterina.  Il sistema di incorniciatura entro il quale sono racchiusi gli episodi si semplifica proprio a partire da queste storie, eseguite verosimilmente poco dopo gli affreschi di santa Caterina, negli anni settanta del XIV secolo (Romano 1988). Gli affreschi vengono attribuiti da Romano ad un maestro autonomo del quale evidenzia in particolare il gusto per le prospettive dipinte di matrice napoletana,Angelini vi riconosce invece la mano di un collaboratore del maestro di santa Caterina. Delle tre scene soltanto il soggetto della prima è stato identificato con certezza: si tratta del Miracolo della dote alle tre fanciulle .All’interno di un’abitazione dalle pareti decorate con pannelli colorati ed eleganti bifore, le tre fanciulle dormono nel letto. Il santo si affaccia dalla finestra e lancia le sfere preziose al padre, che accorgendosi del dono alza le mani in segno di riconoscimento. Accanto a lui il cagnolino abbaia in direzione del santo.La seconda scena è parzialmente identificabile; nella prima parte del riquadro si vede il santo che sta varcando una soglia, mentre nella restante porzione della scena, molto rovinata, appaiono tracce di una decorazione a losanghe. La Romano presume  che possa trattarsi di un «intermezzo decorativo» che permetterebbe di collegare il santo con la scena successiva. Il terzo riquadro è suddiviso in tre parti, probabilmente tre momenti diversi dell’episodio dell’Ebreo sacrilego, convertitosi in seguito ad un miracolo del santo. Il ciclo termina con la raffigurazione di un santo, forse appartenente all’ordine domenicano, inserito all’interno di un archetto trilobo.

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AFFRESCHI E DIPINTI MURALI

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LE TELE

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Bibliografia

ANGELINI E., San Giovanni Evangelista di Priverno – cenni storici, «Economia pontina», n. 4, aprile 1971, pp. 19-46


ANGELINI E., Studi Privernati, Priverno 1973, pp. 111-130.


ANGELINI E., Priverno: Patrimonio artistico XII-XIX secolo, Priverno 1988, pp. 106-148.


ANGELINI E., Gli affreschi delle chiese di Priverno dal XIII al XV secolo, Priverno 1995, pp. 14-15, 34-35, 40-51.


ROMANO S., Gli affreschi “angioini” in San Giovanni Evangelista a Priverno, «Storia dell’arte», n. 64, 1988, pp. 197-203.


ROMANO S., Eclissi di Roma: pittura murale a Roma e nel Lazio da Bonifacio VIII a Martino V (1295-1431), Roma 1992, pp. 360-367.


Fonti
Le vie del Gotico - Ilaria Proia

San Giovanni Evangelista: Testo
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