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SAN TOMMASO D'AQUINO

XIII - XIV SECOLO

La chiesa di San Tommaso d’Aquino occupa l’edificio preesistente dedicato a Santa Caterina d’Alessandria, in cui vivevano i Domenicani poco dopo la canonizzazione del loro santo titolare nel 1323. La chiesa ospitò, almeno dalla seconda metà del XV secolo, due confraternite: il Rosario e San Vincenzo Ferreri, entrambe sotto l’influenza dominicana. Successivamente, nel XVII secolo, accolse, inoltre, quella dei Santi Crispino e Crispiniano, mentre all’inizio del ‘900 quella della Morte e Orazione, l’unica che vi risiede attualmente.

La confraternita del Rosario occupava una posizione privilegiata: vi era una cappella ad essa dedicata, seppur per “cappelle” si intendevano gli altari addossati alle pareti laterali, poiché quelle attuali sul lato destro risalgono al secondo decennio del XVII secolo. Tra il 1617 e il 1629, durante il priorato di Fra Stefano Bacilliere, la chiesa subì grandi cambiamenti. L’altare maggiore con la statua di San Tommaso si trovava inizialmente sulla parete di fondo dell’abside, per poi essere spostato nella posizione attuale, mentre la statua veniva spostata in una cappella. Sull'altare maggiore venne collocata, allora, la pala della Madonna del Rosario, risalente al XVII secolo, che vi rimase per un paio di secoli. L’altare maggiore venne in quell'occasione assegnato alla confraternita. Al suo posto nella chiesa di San Tommaso venne realizzato il grande stucco raffigurante la Gloria di S. Tommaso. La pala venne più volte spostata fino a raggiungere la cappella del Rosario presso la Cattedrale di Priverno, dove, restaurata, dal 1906 si conserva ancora oggi. L’opera presenta oltre alla Madonna con Bambino e i santi Domenico e Caterina, San Tommaso, Santa Caterina d’Alessandria, San Sebastiano ed altri, legati alla storia di Priverno e dei Domenicani. La chiesa conserva, poi, un’altra immagine della Madonna del Rosario: una copia della tela del Sassoferrato, eseguita da Michele Menghini (1868), donata dal conte Romer, ma anche la statua che si utilizza per le processioni, donata da Teodoro Valle nel 1631. Alla presenza della Madonna del Rosario si ha una campana della chiesa. Datata 1636, essa reca due medaglioni, l’uno con lo stemma Barberini, l’altro con la Madonna del Rosario fra Santa Caterina da Siena e San Domenico. Fin dalla fondazione la confraternita di San Vincenzo Ferreri aveva un proprio altare all'interno della chiesa, dove il santo era raffigurato in un affresco di Sebastiano da Alatri. San Vincenzo è rappresentato con le ali di serafino, le bracci aperte, inginocchiato su dense nubi come l’altro santo che lo affianca, probabilmente San Domenico, entrambi circondati da cherubini. Tale altare venne sostituito tra il 1617 e il 1620 da una cappella sul lato destro. In essa fino a pochi anni fa sull'altare era conservato il dipinto del santo, che fu rubato il 2 marzo 1993 e misteriosamente restituito il 1 dicembre 1996. Alla congregazione del Calzolai, intitolata ai santi fratelli Crispino e Crispiniano, era dedicato un altare sulla sinistra, mentre l’immagine della confraternita era quella ancora visibile nell'affresco secentesco: due santi martiri, al di sopra dei quali si trova la Vergine col Bambino, che sostiene la corona ducale, circondati da cherubini. In realtà i due santi, erroneamente identificati in Crispino e Crispiniano, mentre si tratta di due martiri legati all’Ordine dei Cavalieri di Malta e a quello di Santo Stefano. La confraternita della Morte e Orazione venne introdotta nel 1913 e da allora chiesa e convento hanno subito varie modifiche conservative. Tra gli anni quaranta e cinquanta nella chiesa sono stati rinnovati gli intonaci della navata, cosa che, secondo varie testimonianze, avrebbe portato alla perdita di molti affreschi. Dietro l’abside si trova un locale di deposito, chiamato la “grotta”, in cui anticamente si trovava una cappella dei domenicani, della quale si sa poco. Essa era verosimilmente parte dei lavori voluti da Bacilliere nel XVII secolo, riguardanti il dormitorio e che coinvolsero anche la chiesa stessa, con la costruzione di cappelle laterali e la sopraelevazione del pavimento originario che fu portato al livello attuale. Si può, a tal proposito, osservare che le colonne dell’arco del presbiterio presentano le basi coperte dal nuovo pavimento. L’antica cappella in quell'occasione venne trasformata in tre piani sovrapposti: il piano terra è coperto con volte a crociera irregolari, attualmente a servizio della banda musicale, il secondo è coperto con una volta a botte (la “grotta”), il terzo corrisponde ad oggi in parte al grande corridoio del Centro Anziani. Dalla sagrestia si accede alla “grotta”, pervenutaci, però, in pessime condizioni.

SCHEDE RESTAURI
San Tommaso d'Aquino: Chi siamo
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GLORIA DI SAN TOMMASO

XIX SECOLO

L'altorilievo in gesso fu verosimilmente realizzato nel periodo successivo al recupero del monastero da parte dei Domenicani nel 1817 e lo stile della pregevole opera sembra confermare tale periodo.

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AFFRESCHI E DIPINTI MURALI

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LE TELE

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STATUE E OPERE MARMOREE

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Bibliografia

ANGELINI E., Studi Privernati, Priverno 1973


ANGELINI E., Priverno: Patrimonio artistico XII-XIX secolo, Priverno 1988.


ANGELINI E., Priverno nel Medioevo, II, Roma 1998.

ANGELINI E., Le Confraternite di Priverno, Latina 2007.

BARSI S., Una figura di Santità: Suor Cesarea Codastefano Leo, Priverno, 2005

BARSI S., La Confraternita di San Vincenzo Ferrer di Priverno tra il XV e il XVII secolo, Priverno, 2016


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