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S.S. CRISTOFORO E VITO

XIII - XIV SECOLO

L’edificio, risalente al XIII-XIV secolo, era originariamente dedicato ai S.S. Filippo e Giacomo e solo in seguito ai rimaneggiamenti della chiesa, avvenuti nel XIV secolo, a San Cristoforo. La struttura rivela una costruzione verosimilmente databile intorno al XIII secolo, periodo evolutivo dell’arte cistercense nel Lazio. Nello stesso periodo dovette subire un radicale cambiamento, che ne eliminò il carattere cistercense, lasciando un complesso inorganico, dal quale derivò in seguito l’attuale chiesa, la cui forma è, ad oggi, l’adattamento della navata destra. All’interno del campanile a vela si trova la campana che reca un’interessante iscrizione: A(NNO) D(ONIMI) MCCCXLV AD HONORE(M) DEO ET B(EA)T(E) MARIE VIRGINIS ET B(EA)TE X(RISTO)P(H)ORI T(EM)P(OR)E PET(R)I ABAS

ME(N)TE(M) S(AN)CTAM SPO(N)TANEA(M) HONORE(M) DEO ET PATRIE LIBERATIONE(M) X(RIS)T(U)S VINCIT XP(ISTU)S REGNAT X(RISTUS) IMPERAT. Si tratta di due invocazioni comunemente usate dai campanari medievali: la prima rivolta a Sant’Agata, la seconda a Gesù Cristo. Dall’iscrizione è possibile trarre diverse informazioni riguardo la storia del monumento: la data 1345, la dedica a San Cristoforo e alla Vergine e il nome del committente, l’abate Pietro. Da quest’ultimo elemento è plausibile comprendere che a San Cristoforo risiedeva un tempo una piccola comunità monastica, che forse dipendeva da quella di Sant’Antonio Abate, in quanto alcuni documenti riportano la presenza di alcune pertinenze di Sant’Antonio Abate nelle immediate vicinanze di San Cristoforo: la vecchia chiesa, la sacrestia ed il cimitero. Nel 1345 la pianta era definita da due navate e dalla Cappella Tacconi, l’unica presente. Verso la metà della XVI secolo la chiesa di San Vito trasmise il suo titolo e i suoi beni alla parrocchia di San Cristoforo, che acquisì la denominazione attuale di S.S. Cristoforo e Vito. Un tempo le pareti erano affrescate in modo uniforme, per analogia con gli altri edifici religiosi privernati e per qualche resto significativo, soprattutto nel presbiterio. Le navate furono affrescate durante una ristrutturazione nel XIV secolo. Con il tempo gli affreschi furono coperti con intonaci, nuovi affreschi o imbiancature. Venne, infine, aggiunta una pesante decorazione di finti tendaggi, scomparsa all’inizio del secolo scorso. Nel presbiterio si trova in particolare l’affresco del Cristo Pantocratore, mentre la parete destra ospita il San Nicola. La Cappella Tacconi era dapprima dedicata a Santa Caterina d’Alessandria e conteneva pitture relative alla sua leggenda. Più recentemente sono venuti alla luce alcuni frammenti decorativi e lo stemma della famiglia Tacconi (due fasce rosse in diagonale su fondo bianco-argenteo). La cappella è coperta da una volta a crociera, che poggia su quattro colonnine angolari, dotate di un anello decorativo a mezza altezza. La purezza delle linee e la finezza dell’esecuzione delle parti in pietra rinviano direttamente alle forme fossanoviane. Della decorazione pittorica successiva rimane il danneggiato e rimaneggiato affresco della Madonna col Bambino.

SCHEDE RESTAURI
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AFFRESCHI E DIPINTI MURALI

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LE TELE

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STATUE E OPERE MARMOREE

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Bibliografia

ANGELINI E., Priverno: Patrimonio artistico XII-XIX secolo, Priverno 1988.

ANGELINI E., Priverno nel Medioevo, II, Roma 1998.

ANGELINI E., Studi Privernati, Priverno 1973

S.S. Cristoforo e Vito: Testo
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